Scalabrini-Fest di Primavera

30.04.2022
Centri Internazionali, Scalabrini-Fest

Scalabrini-Fest di Primavera

„Fare del mondo la patria dell’uomo“ è il motto dell’Anno Scalabriniano, che celebra i 25 anni dalla beatificazione del Vescovo Giovanni Battista Scalabrini. Un’occasione per farne l’esperienza è stata - lo scorso 30 aprile a Solothurn - la Scalabrini-Fest, un appuntamento che noi Missionarie Secolari Scalabriniane da anni proponiamo ai tanti amici conosciuti nei nostri invii missionari “sulle strade dell’esodo”.

Dopo una pausa forzata di due anni dovuta alla pandemia, la Scalabrini-Fest 2022 ha avuto luogo con una durata più ridotta di tempo ma non meno intensa e partecipata. In tanti attendevano di nuovo quest’occasione, desiderando ancora di più l’incontro con gli altri. E così, pur limitando l’invito agli amici residenti in Svizzera e a pochi rappresentanti di altri paesi, 200 persone, con le più diverse esperienze ed estrazioni sociali, originarie di 20 differenti paesi - tra cui numerosi svizzeri, persone con radici migratorie, rifugiati e anche richiedenti asilo con un diniego alle spalle - si sono date appuntamento alla Chiesa dei Gesuiti di Solothurn per sperimentare insieme che qualunque angolo del mondo può diventare patria dell’uomo, quando ci si ritrova ad aprirsi reciprocamente ad un’accoglienza che ci fa subito famiglia, dove anche chi arriva per la prima volta si sente a casa.

“Può fare goal la nostra vita? Anche in tempo di crisi?”: sono le domande che Agnese, missionaria secolare scalabriniana, lei stessa nata e cresciuta in Svizzera, figlia di migranti italiani, ci ha aiutato a mettere a fuoco all’inizio e che hanno accompagnato come un filo rosso i diversi momenti. Era importante chiamare per nome le grandi crisi che stiamo condividendo, come la pandemia e la guerra che, arrivata fino in Ucraina, ora si è fatta più vicina e spaventosa per l’estensione e la gravità che ancora può sviluppare, ma anche le crisi che ciascuno conosce nella propria vita e che ma­gari sta attraversando proprio ora. Davanti alle grandi domande della vita vale la pena guardare alla vita di Gesù, attraversata essa stessa dal limite e dalla crisi: “È dal suo stile di vita che possiamo riconoscere come anche la nostra vita può riuscire”. Mettendo a fuoco la sua vicenda umano-divina è venuta in risalto la possibilità reale di attraversare ogni momento buio in forza della relazione di fiducia con il Padre: una via che con Gesù anche noi possiamo percorrere.

A partire da qui i partecipanti hanno proseguito l’incontro scambiandosi riflessioni ed esperienze in quattro gruppi riservati a giovani ed adulti, più un nutrito gruppo di adolescenti e un programma speciale per i bambini.

Al culmine dell’incontro ci siamo ritrovati insieme per la celebrazione dell’eucarestia presieduta da Georges Schwickerath, vicario episcopale, insieme a Thomas Ruckstuhl e Roy Jelahu, rispettivamente parroco e vicario della cattedrale di Solothurn, e a p. Oscar Gil, Missionario Scalabriniano messicano, che accompagna la comunità portoghese di Berna e Solothurn.

Una celebrazione della vita vissuta e dei passi di futuro intuiti nel corso dell’incontro e resi visibili lungo la celebrazione attraverso i braccialetti colorati che i bambini hanno confezionato per regalarli a bambini attualmente in fuga dalla guerra, e attraverso un flashmob con il quale gli adolescenti ci hanno sorpreso: una grande bandiera della pace che ha rilanciato lo sguardo di tutti con fiducia sull’alleanza che porta avanti la storia, anche quando tutto sembra smentirla. 

                                                                          

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