Donner la vie, donner envie
Nel sito del Centre Romand des Vocations per la serie “donner la vie, donner envie” sono stati realizzati dei cortometraggi.
Evidenziano diverse strade per rispondere alla chiamata personale di Dio per ciascuno.
Tra questi si trova un’intervista a Béatrice, di cui traduciamo il testo.
Una mia collega a Berna ha detto che da quando ha aperto la porta ai rifugiati, la vita è entrata nella parrocchia.
Questa pietra che rappresenta o simbolizza il terreno duro della migrazione contiene una grande sorpresa, un tesoro nascosto: Gesù che si presenta in questo modo: Io sono uno straniero, tu mi accogli? Quello che fai ai più piccoli dei miei fratelli e delle mie sorelle, lo fai a me.
I miei genitori sono di origine italiana. Tutta la famiglia ha il passaporto francese. Nonostante questo degli adulti mi hanno chiesto: chi sei veramente? Sei italiana, sei francese?. Non riuscivo a rispondere a quella domanda, perché non potevo decidere se appartenere ad una cultura ed escludere l'altra. Pensavo di trovare una risposta cercando il mio posto nella società attraverso una professione. Volevo lavorare in un'organizzazione internazionale come interprete.. Per questo ho iniziato a studiare all'università.
Durante i giorni liberi dalla scuola, dei bambini nati dalla migrazione venivano a mendicare all'università. Noi studenti non potevano aiutarli a livello finanziario, ma è nata una piccola scuola. Questi bambini mi hanno aiutato a scoprire che la professione è importante, ma al servizio degli altri.
Nel libro dell'esodo di Dio si presenta a Mosè dicendo: Io sono colui che è con te, per te in ogni situazione, in ogni momento. Questa Parola di Dio è stata veramente una rivoluzione nella mia vita. Ho scoperto che non sono importante per quello che faccio, per quello che ho. Sono importante perché sono amata, perché ogni essere umano è amato. Ci ama come i suoi figli.
Spesso mi chiedo: perché sono nata in Europa e altri sono nati in altri continenti dove ci sono grossi problemi?
Perché la nostra economia si arricchisce con la produzione e la vendita di armi che alimentano i conflitti e che spingono milioni di persone a fuggire?
Perché l'Europa è una fortezza che si protegge da chi vuole vivere?
perché alcune hanno il diritto di vivere in un paese e altri nò?
Nell'ascolto partecipo ai drammi che vivono. Ciò che mi interpella è che ognuno - anche quelli che sono respinti - esprimono la loro riconoscenza a Dio che li ha salvati. Continua a salvarli in situazioni molto difficili.
Questa croce è stata fatta con due pezzi di legno estratti da barche che sono affondate nel Mar Mediterraneo. Questa croce è stata fatta a Lampedusa: luogo di arrivo di tanti migranti e rifugiati. Rappresenta Gesù che s’identifica, che è in ogni migrante, in ogni rifugiato.
Regolarmente ci incontriamo per pregare per la pace in tutti i continenti in diverse lingue. Come istituto secolare con la spiritualità di Scalabrini ci è chiesto di diventare migranti con i migranti, di rimanere in movimento all'interno, di non installarsi. Siamo soprattutto presenze, presenze-ponti tra persone di diverse nazionalità, religioni, lingue, culture. È un'occasione per incontrarsi alla pari. Tutte le persone che partecipano dicono che è uno dei momenti più belli della settimana.
Un giovane, Yohannes, all'ultima festa Scalabrini ci ha comunicato la sua esperienza - che leggo: molti di noi hanno rischiato tutto per trovare un posto dove è possibile vivere una vita normale, ma la nostra famiglia e la nostra casa sono lontane. Qui in esilio scopro una nuova patria nelle relazioni con gli altri. Dove viviamo insieme e l'uno per l'altro siamo a casa.
Béatrice Panaro, Missionaria Secolare Scalabriniana a Solothurn
LINKS:
Centre Romand des Vocations (Website)
Internationales Bildung Zentrum (IBZ)
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