Carnevale in un mondo di contrasti

08.03.2023
Centri Internazionali, IBZ Solothurn, Giovani

“Carnevale in un mondo di contrasti” è stato il titolo di un fine settimana per giovani al Centro Internazionale di Formazione (IBZ-Scalabrini) di Solothurn dal 17 al 19 febbraio. Celebrare il Carnevale mentre siamo in modalità di crisi? Ci siamo messi alla ricerca di possibili risposte.

Chi l’avrebbe mai pensato? Il Carnevale è molto collegato alla tradizione cristiana! Come già indica il nome che viene dal latino: “carnem levare” (eliminare la carne), questa festa si svolge appena prima dei quaranta giorni della Quaresima cristiana, cioè della preparazione alla Pasqua, che un tempo prevedeva l’astinenza dalle carni.

Gioia e serietà, riso e pianto, vita e morte sono strettamente legati, nella vita quotidiana e anche nella nostra fede. E, poiché sappiamo che alla fine la gioia della Pasqua sicuramente arriva, allora il Carnevale non rappresenta un’amara filosofia di vita che incita a godere del momento presente senza tanti pensieri, perché tutto poi finirà. Possiamo ridere, possiamo festeggiare e guardare alla nostra vita sociale e politica con uno sguardo ironico e critico… anche in tempi di crisi. La domanda è se con il Carnevale mettiamo tra parentesi la vita con tutte le sue ferite, se andiamo a caccia di un divertimento superficiale e spensierato o se, nonostante tutto, cerchiamo un senso, sapendo che dobbiamo fare tutto il possibile, ma non possiamo farlo da soli. Il mondo non è nelle nostre mani, ma in quelle di Dio, grazie al cielo!

Da Solothurn a Honolulu

L’intera città è sottosopra e Solothurn si trasforma in “Honolulu”, che dalla nostra prospettiva si trova giusto dall’altra parte del globo terrestre. Non per niente i giovani che partecipano al fine settimana di Carnevale rimangono sbalorditi: vedono ragazzi, adulti e anziani mascherati, montagne di coriandoli, sentono il frastuono della musica carnevalesca nelle stradine del centro storico… Per molti di loro, in maggioranza studenti internazionali di altri continenti, è qualcosa di totalmente nuovo. Certamente vivono già da qualche mese in Germania e in Svizzera, ma non conoscono queste tradizioni nei loro paesi di origine.

Gioia nonostante le tante crisi nel mondo?

Il sabato mattina Agnese approfondisce con l’aiuto di un testo biblico la differenza tra divertimento e gioia. Entrambi sono legittimi, ma il divertimento svanisce, mentre la gioia può reggere anche in situazioni difficili. E non si tratta solo di un “pensare positivo”…

La nostra fede è fortemente legata alla gioia. Trova il suo fondamento più profondo nel fatto che Dio accompagna sempre e dovunque la nostra vita, cammina con noi nella buona e nella cattiva sorte. Sì, il mistero pasquale ci mostra che addirittura Lui trasforma la morte in vita. Tutto è soggetto a questa trasformazione, sottolinea l’apostolo San Paolo e, guardando alla nostra vita con tutti i suoi contrasti e conflitti, parla di “doglie del parto”. Ma alla fine c’è la vita! Questa coscienza può donarci una pace profonda e persino la gioia.

E nel pomeriggio sentiamo parlare di contrasti e conflitti, di paure e partenze. Insieme a giovani e a famiglie migranti che normalmente partecipano al “Treffpunkt Deutsch”, un appuntamento presso l’IBZ Scalabrini per fare esercizio di tedesco, ci dividiamo in piccoli gruppi di scambio. Per il dialogo ci aiutano alcune domande: ad esempio “Che cosa significa per te patria?”.

Le risposte variano: “Il luogo dove posso essere così come sono, con i miei pregi e difetti”; “Per me non è un luogo, ma le persone di cui mi posso totalmente fidare”; “Rimane un desiderio…”.

Più difficile è rispondere a: “Ti è già capitato di sentirti straniero? Perché?”. In diversi participanti di pelle più scura emergono tanti ricordi: “Quando da qualche parte devo aspettare alla fermata dell’autobus e passa una pattuglia della polizia, allora lo so già che sarò l’unico a essere controllato”.

Alla domanda: “Credi in Dio?” risponde senza esitazioni Gharib, un giovane curdo iracheno: “Certamente, non solo al cento, ma al mille per cento!”.

Siamo grati per queste ore trascorse insieme: abbiamo potuto incontrarci alla pari, come persone, non importa l’origine, la cultura, la religione, uguali con o senza il permesso di soggiorno. Abbiamo anche riso molto. Questo fa bene, perché lì traspaiono la speranza e la fiducia reciproca.

Un cuore solo e un’anima sola

Sono stati tre giorni intensi: conoscere nuove persone, preghiera e riflessione su dei temi, festa, ballo e musica, indossare maschere di Carnevale, ma anche togliersi tante maschere, la celebrazione dell’Eucaristia con la comunità della Cattedrale e la sfilata di Carnevale a Solothurn…

In tutto ci siamo aiutati reciprocamente nello stile della comunione dei beni, non solo materialmente, non solo nella collaborazione nei servizi, ma anche soprattutto nella condivisione della nostra ricerca nella fede e nella vita. Qualcuno ha lasciato scritto questo messaggio: “Un grande grazie a tutti coloro che hanno partecipato! Era come se ci conoscessimo già da molto tempo”.

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