Messico: famiglie e minori in camino

30.03.2020
Messico (Mx)
di Luisa Deponti
Migrazione

Le  immagini  dei  migranti  centroamericani  che  attraversano  il  Messico  per  raggiungere gli Stati Uniti mostrano chiaramente che sempre più bambini e adolescenti sono parte di questo movimento di persone. E le statistiche lo confermano: interi nuclei famigliari e adolescenti non accompagnati fuggo­no dai loro paesi di origine. I più piccoli e vulnerabili sono costretti a partire: una realtà che interpella tutti ponendoci di fronte alla domanda “Che mondo stiamo costruendo per le future generazioni?”

La migrazione centroamericana da El Salvador, Guatemala e Honduras verso il Messico e soprattutto gli Stati Uniti non è nuova, però i livelli e il tipo di movimenti migratori sono cambiati negli ultimi anni. Un insieme di potenti fattori di espulsione concorrono all’aumento dell’emigrazione, che diviene in buona parte forzata: violenza estrema, povertà, carestia, scarsi raccolti del caffè, disastri collegati al cambiamento climatico e condizioni politiche in peggioramento (soprattutto in Honduras e, in parte, in Guatemala). A ciò si aggiungono gli errori della politica estera degli Stati Uniti e del Messico che hanno aggravato i problemi.In questa situazione, non solo sono aumentati i migranti centroamericani in cammino, ma è anche cambiato il profilo delle persone coinvolte. Mentre tradizionalmente erano soprattutto uomini soli a transitare attraverso il Messico, è cresciuta decisamente la proporzione delle famiglie con bambini e di minori non accompagnati.

I numeri da soli non dicono niente

Nell’anno fiscale 1 2013 solo il 4% delle detenzioni di migranti alla frontiera tra Messico e Stati Uniti da parte delle autorità statunitensi riguardava nuclei famigliari, nei primi undici mesi dell’anno fiscale 2019 la percentuale è salita al 56%. La proporzione dei minori non accompagnati è cresciuta dall’11 al 14% (anno fiscale 2018) 2. I dati del Messico indicano che da gennaio a settembre del 2019 sono stati registrati dalle autorità messicane competenti in materia migratoria 33 mila bambini e adolescenti migranti, di cui circa il 75% accompagnati e il 25% non accompagnati dai loro famigliari. Si tratta di un aumento del 130% rispetto al 20183.

Ma parlare di numeri non dà certo l’idea di che cosa significhi per un bambino o un adolescente vivere l’esperienza della fuga e della migrazione irregolare attraverso il Messico verso gli Stati Uniti. Nel 2018 le immagini delle separazioni famigliari e incarcerazioni di bambini migranti negli Stati Uniti hanno sconvolto il mondo. Ma lasciano senza parole anche le scene delle famiglie centroamericane alla frontiera meridionale del Messico, mentre cercano di attraversare il fiume Suchiate a piedi - fortunatamente in secca - con i piccoli in braccio, in spalla o nel passeggino. E ancora il pianto e le grida dei bambini e ragazzi spaventati dalle retate della Guardia Nazionale, che sta agendo per bloccare il passaggio dei migranti verso il nord del paese. È inevitabile chiedersi cosa rimarrà impresso nella mente e nel cuore di questi piccoli, quali traumi li accompagneranno poi per il resto della loro vita.

Chi attraversa i confini irregolarmente rischia, anche la vita

Molti dei ragazzi e adolescenti, sia soli che con le loro famiglie, fuggono dal loro paese per non essere reclutati dalle bande criminali (pandillas e maras) e a causa delle minacce di morte. Ma anche il transito attraverso il Messico è pericoloso per loro, perché sono facile preda di estorsioni e di reclutamento forzato lungo le rotte migratorie4. L’UNICEF mette in guardia, inoltre, contro le detenzioni di minori migranti, il pericolo della violenza e della discriminazione, la fame e il freddo, la difficoltà ad accedere al sistema sanitario e ai suoi servizi5.

Anche se molte famiglie con bambini e minori non accompagnati 6 hanno come obbiettivo principale gli Stati Uniti, ora la loro permanenza in Messico diventa più lunga e precaria: i tempi di attesa per chiedere asilo alla frontiera con gli USA sono di mesi, mentre attraversare il confine irregolarmente - soprattutto con bambini piccoli - è pericoloso. Le organizzazioni umanitarie, le Case del migrante e altre associazioni della società civile s’interrogano e cercano di sviluppare interventi che possano tener conto della presenza delle famiglie con bambini e dei minori non accompagnati. Alcune questioni importanti sono la difesa dei diritti specifici dell’infanzia, l’assistenza legale, sanitaria, ma anche l’assistenza psicologica per prevenire o curare i traumi. E poi il grande tema dell’accesso all’istruzione o per lo meno ad attività educative per questi minori stranieri in condizioni tanto provvisorie.

Casa del Migrante a Città del Messico

In questi mesi abbiamo avuto l’occasione di incontrare nella Casa del Migrante dei Missionari Scalabriniani a Città del Messico diverse famiglie con figli minorenni. La Casa garantiva durante le mattinate la presenza di una giovane maestra per impartire alcune lezioni. Tuttavia, rimanevano le lunghe ore del pomeriggio e dei fine settimana. È stato importante poter organizzare con l’aiuto di alcuni giovani studenti messicani attività di gioco o di apprendimento per i bambini e i ragazzi.

In queste occasioni abbiamo potuto notare situazioni diverse: adolescenti chiusi in sé stessi e silenziosi, forse a causa di ciò che avevano vissuto in patria o nel viaggio, come nel caso di una ragazza che probabilmente aveva subito violenza e che preferiva rimanere isolata, aprendosi solo nei dialoghi personali.

Altri, invece, apparivano socievoli e desiderosi di imparare come Wendy (13 anni), accompagnata da un padre attento e premuroso, con il quale è già riuscita ad arrivare negli Stati Uniti, o Moise (16 anni), in fuga dal Congo con sua madre e due zii e pieno di sogni per il futuro: soprattutto quello di diventare un calciatore famoso.

Tra i bambini abbiamo visto la sofferenza dovuta alla precarietà, all’essere condotti da un luogo all’altro senza capire perché non hanno più una casa stabile, il cibo preferito, i nonni, gli amici, la scuola. Percepiscono, in effetti, la preoccupazione dei genitori che ancora non possono offrire loro quella sicurezza di cui i bambini hanno tanto bisogno. Vi è poi la situazione delle famiglie ricomposte, cioè dove i genitori portano con sé figli nati da precedenti relazioni, o di quelle che entrano in crisi nel cammino dell’emigrazione. Rapporti difficili e tensioni si ripercuotono sui più piccoli. Ma non mancano nuclei famigliari molto uniti, in cui i ragazzi più grandi danno sostegno ai genitori e accudiscono i fratelli più piccoli.

Il passaggio da una migrazione in transito composta prevalentemente da uomini soli a una in cui i nuclei famigliari e i minori non accompagnati sono sempre più presenti richiede dei cambiamenti, la creazione di spazi di accoglienza che permettano di tenere conto di nuove esigenze: l’unità della famiglia e le sue dinamiche interne ed esterne, l’attenzione ai più vulnerabili, l’istruzione e l’educazione, l’inserzione sociale...

In questo momento la politica migratoria in Messico è in continua evoluzione, messa sotto pressione dalle minacce sempre costanti del governo degli Stati Uniti. È difficile prevedere cosa avverrà nei prossimi mesi. Nel frattempo le associazioni della società civile, e tra queste anche tante realtà ecclesiali, stanno assumendo la responsabilità di accompagnare le famiglie migranti con iniziative e progetti, perché nonostante le difficoltà, i minori possano vivere esperienze positive di accoglienza che contribuiscano alla loro crescita come persone e al loro futuro.

Luisa Deponti

 

[1] L’anno fiscale negli Stati Uniti non coincide con l’anno solare, ma comprende dodici mesi dal 1° ottobre al 30 settembre dell’anno seguente.

[2] A. Selee; S. E. Giorguli-Saucedo; A. G. Ruiz Soto; C. Masferrer, Invertir en el vecindario: Cambios en los patrones de migración entre México y Estados Unidos y oportunidades para una cooperación sostenible, Migration Policy Institute, El Colegio de México, 2019, p. 13: https://www.migrationpolicy.org/research/migracion-mexico-estados-unidos-cooperacion-sostenible.

[3] https://www.animalpolitico.com/2019/12/ong-ayudan-a-ninas-migrantes-que-llegan-a-mexico-y-sufrieron-violencia-abusos-pobreza/

[4] REDODEM, Procesos migratorios en México nuevos rostros, mismas dinámicas, Informe 2018, p. 95.

[5] https://www.unicef.org/mexico/migraci%C3%B3n-de-ni%C3%B1as-ni%C3%B1os-y-ado-lescentes

[6] Soprattutto i minori non accompagnati desiderano raggiungere i propri genitori o altri fami-gliari che già vivono negli USA

 

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